PERCHE’ DIFENDO I PORTATORI DEL SANTO

È scoppiata una polemica ad arte per sminuire il grande successo della Festa di San Gerardo, delle iniziative e della partecipazione corale di popolo che ha riempito la città di Potenza: il centro storico e l’area sud del capoluogo, soprattutto. Bisogna sempre trovare qualcosa per attaccare il successo che stanno ottenendo le associazioni cittadine che sono nate come funghi attorno alla figura di San Gerardo. Occorre, invece, esprimere un grande riconoscimento a tutte le Associazioni.
La riscoperta dell’identità e delle tradizioni potentine partono da San Gerardo, festa che unifica le diversità ideologiche e politiche, e vanno attribuite, come meriti iniziali, ai ‘Portatori del Santo’, giovani di Potenza che hanno risvegliato l’orgoglio ed il senso di appartenenza alla città. A questa, si sono aggiunte per emulazione altre associazioni tutte aventi come scopo quello di riscoprire la nostra storia e le nostre origini, fulcro di qualunque azione di rilancio della nostra città. Ogni anno si deve enfatizzare qualche episodio per denigrare in modo seriale lo sforzo e l’impegno profusi da molti giovani potentini, appartenenti ai ‘Portatori del Santo’, alcuni dei quali sono riusciti anche a coagulare consensi e a farsi eleggere meritoriamente in consiglio comunale a destra come a sinistra. Tutto ciò ha scatenato invidia, paura e risentimento contro questi parvenus che vogliono mettere becco e contestare le scelte e le politiche che hanno martoriato la città. Io sto con i ‘Portatori del Santo’, che difendono e promuovono la nostra città. I vecchi camaleonti, capaci di cambiare pelle ad ogni variazione dell’ambiente, possono denigrare, pontificare, sminuire e delegittimare ogni alito di cambiamento in grado di metterli definitivamente ai margini, condannandoli definitivamente per la situazione attuale economica e sociale della città. Il rinnovamento generazionale e’ il lievito per una rinascita cittadina. I rischi che si corrono sono che i giovani si dividano e non mettano da parte le loro filiere e ideologie di appartenenza e,  quindi, che non comincino a progettare insieme una visione di città, partendo dall’identità e dalle tradizioni, forte collante per costruire il futuro.
Così si può costruire una nuova classe dirigente, non abbarbicata alle logiche vecchie di potere, ma sulla base di idee comuni e condivise. I vecchi marpioni hanno tutto l’interesse a dividere e a denigrare o a sminuire l’aspetto goliardico e festaiolo di queste giovani promesse. Il cammino sarà lungo e bisogna evitare tutte le trappole che vengono disseminate sul cammino: l’anno scorso l’ubriacatura e qualche spiacevole episodio al pranzo dei portatori. Quest’anno l’organizzazione è stata impeccabile e si è evitato il ripetersi di fatti negativi. Nonostante ciò, si è voluto cercare a tutti i costi il motivo di polemica e di divisione individuandolo nel “zizzometro”, goliardica pensata di qualche giovane buontempone. Ma da questo a vedere violenza, mancanza di rispetto e sessismo contro le donne mi appare  eccessivo, mi pare mancanza di senso dell’ironia. Mi rendo conto che alcuni sono specializzati su alcuni temi come la parità di genere, come la violenza contro le donne, ma non si può vedere il marcio anche in innocue ” bravate” trasgressive. Chi è violento o maltratta le donne non è certo incitato a farlo da una vignetta satirica e goliardica. I critici seriali vedono le pagliuzze e non le travi. Si creano polemiche mediatiche sul “zizzometro”, una goliardata, e non si dice niente su come viene trattata la città di Potenza dal Tg3, con una direzione giornalistica indirizzata sempre alla celebrazione enfatica di Matera ed alla simultanea delegittimazione di Potenza. Quando si fanno i servizi sulla festa della Bruna di Matera, oltre al reportage della festa vengono realizzati servizi giornalistici anche sui realizzatori del carro, sulle varie iniziative che girano intorno alla festa o alla città, compreso i calendari sulla “civiltà rurale” e se ne parla per vari giorni nel TG3. Il canone Rai viene pagato anche dai potentini, gli stipendi dei giornalisti Rai comprendono anche il contributo del capoluogo. Avete notato qualche presa di posizione contro questa direzione Rai penalizzante per Potenza da parte dei critici del “zizzometro”?
È stata realizzata una guida turistica sulla Basilicata finanziata dall’APT e dalla Regione Basilicata, dove è stata esclusa Potenza, i suoi beni culturali, la sua tradizione enogastronomica riconosciuta a livello nazionale, ma sconosciuta ai lucani. Hanno approvato il PON 2014-2020, programma di interventi culturali anche in Basilicata dove viene escluso il museo Archeologico Nazionale ‘Dinu Adamesteanu’ di Potenza, una eccellenza della Lucania.
Hanno dato i soldi regionali a Potenza, ed abbiamo avuto l’intervento contro del Sindaco uscente di Melfi, Valvano, direttore dell’AIAS , organizzazione di assistenza sanitaria “finanziata” dalla Regione Basilicata. Ma Valvano è rimasto silente ed afono per i fondi alla città di Matera per il 2019, o per il milione del Capodanno materano sulla Rai. A me pare che vi possa essere una regia per colpire il capoluogo da parte dei “periferici”? Meditate potentini.
Le colpe attribuite ai potentini per il dissesto del Comune e non ai responsabili politici, che anzi vengono premiati, corrisponde a quello che è successo in Banca Etruria, dove il fallimento della banca è stato addossato ai risparmiatori ed azionisti, mentre i responsabili amministratori ( tra cui il papà della Boschi) ad oggi non hanno ancora pagato né civilmente né penalmente.

MARCO TROTTA

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