UN NUOVO MUSEO A POTENZA; IL MUSEO D’ARTE SACRA CONTEMPORANEA

Ormai non lo dico neanche più. Potenza è una città che invece di dibattere sul suo patrimonio culturale, invece di valorizzarlo con l’apporto corale di istituzioni e organi di stampa, lo nasconde in un modo talmente masochista da diventare irritante. Solo una volta che qualcuno riesce a penetrare per la prima volta nei suoi segreti,allora il patrimonio culturale non può più nascondersi, ma se potesse continuerebbe a farlo. Non ho più voglia nemmeno di capire perché in questa nostra bella città ci si comporta così. Col tempo ho capito che non bisogna dare mai niente per scontato per quanto riguarda la dotazione di Potenza e, forte di questa esperienza,ho sviluppato un istinto speciale nel l’individuare l’esistenza di cose che generalmente continuerebbero ad inabissarsi per sempre. Le scoperte ormai non si contano più per questi ultimi anni passati ma guai a dire: ho scoperto tutto, ho fatto emergere tutto alla luce perché proprio in quel momento ci si priverebbe dell’ennesima sorpresa. E l’ennesima sorpresa è puntualmente arrivata. Si chiama Museo di Arte Sacra Contemporanea. Veramente i loro promotori danno di esso un’altra definizione: Galleria di Arte Sacra Contemporanea, ma la Galleria ha un contenitore tutto suo e che contenitore. Si tratta dell’edificio, già da me censito come una delle sedici tappe fuori dal centro della bella architettura d’epoca, l’edificio ex Casa di Riposo ‘Raffaele Acerenza’ nella omonima via. Quindi, avendo questo fior di contenitore si tratta a tutti gli effetti di un Museo. Per la precisione, il settimo Museo d’Arte di Potenza. E’ stato fondato e messo assieme dal Vicario della Diocesi di Potenza, mons. Vitantonio Telesca nel corso di quarant’anni. Vitantonio Telesca è un grande appassionato di arte, non solo di arte sacra, ed ha voluto capitalizzare in questo nuovo museo anche anni ed anni di viaggi, di amicizie intrecciate in tutta Italia, di mostre ed eventi culturali da lui promossi. Dice, Grazia Pastore, la consulente tecnica del Museo: “La collezione nasce in 40 anni e nasce in gran parte da donazioni ed in minima parte da acquisti.  attualmente la collezione si trova in Via Raffaele Acerenza, 37 dove sono in atto lavori di ristrutturazione.  I piani interessati  messi a disposizione dalla esposizione sono i primi due, i due piani superiori  in più, ci sono ci sono una ventina di pregiate riproduzioni di manoscritti miniati”. Le opere esposte e possedute dal Museo di Arte Sacra Contemporanea, da non confondere con il Museo Diocesano (anche se la matrice è comune), dovrebbero essere circa trecento. Una parte è dedicata agli artisti potentini e lucani degli ultimi quarant’anni (Cafarelli, Lovisco, Santoro, Cosenza, Moles), un’altra parte ad artisti potentini e lucani di precedenti generazioni (Tricarico, Ranaldi, Castaldo ecc.) ed una parte non meno consistente a noti artisti italiani o internazionali. Queste opere, di solito, sono pervenute a Mons. Telesca da donazioni da parte degli stessi artisti, ma una parte di esse è stata regolarmente acquistata. Fra i tanti nomi spiccano quelli di importanti artisti (pittori e scultori) ben noti alla scena nazionale ed internazionale. Parlo, ad esempio, di Costantin Udroiu, grande maestro dell’arte bizantina, Constantin Udroiu è stato uno dei più fecondi artisti della diaspora romena che ha riservato, nella sua produzione, un luogo centrale all’icona bizantina e alla propria romenità. Esule in Italia dal 1971 ha tenuto più di duecento mostre in tutto il mondo, di cui molte in Italia. Il Museo d’Arte Sacra Contemporanea di Potenza custodisce anche un’opera del giapponese Naoya Takahara è nato in  Giappone nel 1954. Dopo essersi laureato in discipline artistiche nel 1976 alla Tama Arts University of Tokyo, inizia a viaggiare in Europa, stabilendosi poi definitivamente a Roma alla fine degli anni ’70. Molto importante anche la scultura con soggetto sacro e che vede opere di grandi ed affermatissimi scultori italiani del calibro del marchigiano Pericle Fazzini, presente nel Museo con una Crocifissione e di Arturo Martini. Senza dimenticare un altro grande della scultura italiana degli ultimi decenni come il bolognese Luciano Minguzzi. Di nomi importanti di artisti italiani se ne potrebbero fare ancora tanti; Vanni Viviani, Guido Zanetti, il siciliano Mario Bardi, il pittore espressionista Giuseppe Migneco, il pittore romano Mario Ferrante,  il napoletano Stefano Di Stasio che va annoverato tra gli artisti fondamentali dell’Anacronismo e tra i protagonisti indiscussi di quel ritorno alla pittura che ha caratterizzato gli ultimi venti anni del Ventesimo Secolo, e poi altri ancora. C’è anche una sezione litografie e grafiche con disegni di Manzù, Schifano, Gentilini, Sassu, Calabria ed altri. Il Museo comincia ad attrarre attenzioni anche da ambienti artistici situati fuori dalla Basilicata. Ci sono anche degli aspetti ancora da migliorare. Il primo è che i locali del Museo non sono stati ancora del tutto sistemati. Ci sono in corso lavori di ristrutturazione. Il secondo problema è l’accesso al pubblico, che dovrà necessariamente essere concesso in modo definitivo, regolato e permanente. Il terzo problema ancora da risolvere è quello della catalogazione di tutte le opere, almeno per conoscerne il numero esatto, cosa che, in base alle informazioni acquisite, non sono al momento in grado di stabilire. Nonostante queste problematiche che la passione del Vicario della Diocesi di Potenza, Muto Lucano e Marsico certamente risolverà al meglio, resta il notevolissimo dato di un nuovo Museo d’arte a Potenza in singolare coincidenza con il recente riconoscimento per il quale il sottoscritto si è battuto prima e più di chiunque altro di POTENZA CITTA’ D’ARTE della Basilicata.

PINO A. QUARTANA

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