VIA HERCULEA, STORIA E RISCOPERTA (FARLOCCA)

La antica via Romana del periodo imperiale detta Herculea (o Herculia) prese il nome da uno dei due imperatori Romani che regnavano verso la fine del III° secolo d.C. e sto parlando di Diocleziano e di Massimiano Erculeo (280-305 d.C.). Al tempo dei due Imperatori non risultava alcun nome particolare assegnato alla strada. Il nome arrivò solo nel 311 d.C. ad opera del figlio di Massimiano Erculeo, l’Imperatore Massenzio, che la chiamò ufficialmente via Herculia in onore e memoria del padre. In concreto, provvide al recupero del tracciato nelle direttrici definite agli inizi del III secolo d.C. in quanto la Via Herculea si sovrapponeva ad un tracciato già precedentemente esistente. A Potenza, che era una degli snodi più importanti, insieme a Venosa ed a Grumentum della Herculea, la presenza della antica via imperiale è addirittura massiccia. La via si inseriva nel territorio comunale potentino proveniente da Venusia (Venosa) e cominciava a percorrere il territorio potentino a partire da contrada Stompagno e Ginestra. Poi proseguiva in direzione della Contrada Botte e proseguiva per le attuali vie Ciccotti e Mazzini toccando molti punti della città. Da qualche mese si parla sempre più insistentemente di un progetto, chiamato ‘La Via delle Meraviglie’, allusivo della antica via dell’epoca imperiale Romana. Capofila del progetto è il Comune di Potenza ed esso riguarda ben quarantadue comuni. Perché così tanti? Perché evidentemente sono state prese in considerazione tutte le ramificazioni minori della antica via e quindi si sono delineate delle forme che, come ha scritto Stefano Del Lungo, ricercatore di archeologia classica, definire arbitrarie è poco, ma che certamente riescono a soddisfare l’aspirazione di molti Comuni, compresi entro una fascia ampia diverse decine di km. di vedersi inseriti e, quindi, nobilitati fra i centri toccati dal passaggio di una strada imperiale”. Questa affermazione di Del Lungo fa pensare che molti dei 42 Comuni coinvolti nel progetto, in realtà, la via Herculea non l’hanno mai vista sul loro territorio. Non è certamente il caso di Potenza, che come ho appena detto, reca tracce della antica via imperiale in molti punti del territorio comunale e della città. Si parla anche di una campagna di scavi archeologici intorno alla antica via romana Herculea. A qualcuno verrà in mente di ritrovare altri resti non ancora emersi della vita a Potenza in epoca romana di cui si ha il ricordo ma che sono scomparsi? Sarà una iniziativa che andrà a rafforzare la memoria della Potentia Romanorum, ad incrementare la memoria ed i fasti della presenza Romana a Potenza anzi a Potentia?  Questo dovrebbe essere l’intento se non fosse che…

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La “Via delle Meraviglie “, in realtà, è il tracciato di una pista ciclabile (ciclovia), un tracciato da percorrere con i cavalli  (ippovia), è un progetto destinato ad una nicchia di visitatori delle aree interne che partono da Melfi ed arrivano fino a Rotonda, secondo una direttrice Nord-Sud che taglia verticalmente tutte le aree interne della regione.
Non essendo riusciti a portare a termine il collegamento autostradale Lauria-Potenza-Melfi previsto dalla legge obiettivo degli anni 2000, ci dovremo accontentare di un collegamento ecologico con le biciclette ed i cavalli, tornando così indietro nel tempo, a prima dell’era del motore a scoppio.
La via Herculea non viene ripristinata nel suo tracciato originario, né viene finanziato un progetto di scavo archeologico per portare a vista la strada dell’epoca romana; anzi, il progetto non è collegato per niente al tracciato originario, né si prevede un intervento di riqualificazione e manutenzione del Ponte Romano di Potenza che collega le due sponde del Basento da cui passava la via Herculea.
L’intervento sarà destinato a costruire e ristrutturare delle case cantoniere per destinarle all’accoglienza dei ciclisti e dei cavalieri in estate, in quanto questi ultimi dovranno o potranno attraversare le aree interne dell’Appennino lucano. Qui troveranno, o si spera che troveranno, artisti ed artigiani di queste aree montane, che a fronte della desertificazione demografica dei comuni dell’Appennino, cercheranno di trasmettere i mestieri, i saperi ed i sapori del territorio.

Purtroppo, non si capisce se questo progetto riguarderà anche i beni culturali (la valorizzazione archeologica della via Herculea) o il turismo, sempre che ci saranno davvero flussi di turisti che pernotteranno almeno un giorno in Basilicata e non solo semplici viaggiatori. Quanti turisti la Regione Basilicata prevede dalla realizzazione di questo progetto?
Inoltre, come al solito, gli interventi vengono previsti in prossimità di aree limitrofe agli attrattori (Melfi, Venosa, Castel Lagopesole, Grumento), che possono essere attraversate dalla ciclovia e dalla ippovia, mentre Potenza, pur essendo capofila del progetto, sarà bypassata lungo il Basento in quanto non è possibile collocare un “laboratorio artistico o artigianale” nelle aree limitrofe del Museo Nazionale Archeologico Dinu Adamesteanu, per due motivi :

1. Perché  un ‘laboratorio artistico ed artigianale’ dovrebbe essere ubicato nel Centro Storico ed in area urbana, ma così facendo esso sarebbe non raggiungibile in salita da ciclisti e cavalieri (come ci ha suggerito l’inviato della rivista inglese “Cavalli e segugi”, l’attore inglese Hugh Grant, libraio innamorato dell’attrice Anna Scott, interpretato da Julia Roberts, nel film del 1999 Notting Hill del regista Roger Michell).
2. Perché, grazie alla decisione del comitato di Sorveglianza del PON Cultura e Sviluppo 2014 – 2020, il Museo Archeologico Nazionale ‘Dinu Adamesteanu’ di Potenza non è stato riconosciuto attrattore del Polo museale regionale della Basilicata (con l’avallo della responsabile Cultura della Regione Basilicata, dottoressa Minardi, materana, della responsabile del Polo Museale della Basilicata, dottoressa Ragozzino, non materana ma operante a Matera e fortemente legata a Matera e del Soprintendente ai Beni culturali della Basilicata, architetto Canestrini). Di conseguenza, Potenza non ha partecipato alla distribuzione di risorse del sessennio della programmazione 2014 – 2020 di 26 milioni di euro attribuiti alla Basilicata (in particolare; a Matera andranno 11 milioni e altri 15 milioni a tutti gli altri musei della Basilicata, compresi Melfi, Venosa e il Castello di Lagopesole, che vengono di nuovo finanziati anche in questo progetto). Potenza, che  cura la “progettazione e la regia / governance dell’intervento “La Via delle Meraviglie”, non viene, invece, nemmeno sfiorata dallo stesso, tranne che per il passaggio sul territorio comunale (questo non potevano evitarlo perché la via Herculeia passava per Potenza, anzi per molti punti di Potenza), al contrario di alcuni centri inseriti e finanziati nel progetto che, come ha scritto Del Lungo, spingono sulla burocrazia regionale per ‘nobilitarsi’ di storia del periodo romano-imperiale. Potenza non ha nemmeno bisogno di spingere per nobilitarsi perché è nobilitata già, ed ampiamente, dalla Storia. Non ha bisogno, quindi, di timbri della burocrazia culturale regionale per nobilitarsi.
Nonostante tutto ciò, Potenza in questo modo ne esce “cornuta e mazziata”, non ricevendo finanziamenti per la valorizzazione dei suoi beni culturali (Museo Archeologico Nazionale) e viene altresì privata dei fondi destinati ai poli museali della Basilicata. Non riceve nemmeno una compensazione turistica in quanto il progetto regionale della  “Via delle Meraviglie” non coinvolge di fatto la città di Potenza.
L’unico contentino a Potenza ed al suo Museo Nazionale Archeologico Dinu Adamesteanu (il più importante a livello regionale) è quello di aver fatto la presentazione del progetto a Potenza: della serie ‘come declassare il museo del padre dell’archeologia lucana’, derubricato da Museo Archeologico Nazionale a sala convegni o location dell’effimero.
A tutto ciò, si aggiunge un falso storico sul tracciato della via Herculea.
Infatti, la città di Melfi, anche se viene attraversata nel suo attuale territorio comunale esterno all’area urbana, non viene attraversata veramente dalla via Herculea, mentre, però, a differenza di Potenza, viene inserita nel progetto della ‘Via delle Meraviglie’. Mentre Potenza, che veniva attraversata dalla via Herculea in molti punti della Res Publicae Potentinorum”, non viene coinvolta con il museo Nazionale Archeologico ‘Dinu Adamesteanu’. Al danno, consistente nell’aver escluso proprio il Comune che aveva i maggiori requisiti (il Museo, l’autostrada, la Freccia Rossa delle FF.SS.), si è aggiunta la beffa di essere stata esclusa oltre che dai succitati fondi PON anche dalla Via delle Meraviglie, nonostante alla pubblica opinione sembri esattamente il contrario. Ribadisco, e non solo certamente il solo a pensarlo e a dirlo, che Potenza continua ad essere esclusa dai progetti in campo culturale per volontà della classe politica regionale e per volontà della burocrazia culturale della Regione Basilicata, quest’ultima saldamente in mano materana. Non parliamo poi della rappresentanza politica di Potenza, dal Parlamento fino al Comune, che lavora contro Potenza. Magari, facendo sembrare di favorire la fumosa fumosa “politica dei territori” con i soliti interventi a pioggia, che favoriscono i pochi e non i molti, ma facendo gli interessi sempre e solo di alcune aree ben individuate. Anche l’, in fondo, si tratta di fumo, anche quei privilegi hanno come linea politica ispiratrice quella di buttare fumo negli occhi degli abitanti di quei borghi, che avranno solo l’illusione di un ipotetico sviluppo. Però, fra poco ci sono diverse elezioni cruciali e quindi si sa che le ragioni della cultura davanti a quelle delle clientele spariscono d’incanto.
Ad Maiora. W la Regione Basilicata.

MARCO TROTTA

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