Nel suo lungo e dettagliatissimo libro “A’ Travers l’Apulie et la Lucanie”, composto in un vasto arco temporale che va dal 1837 al 1883, l’archeologo e viaggiatore francese, Francois Lenormant, che capitò anche a Potenza (dopo Melfi, Venosa ed Acerenza; poi proseguirà per Metaponto) scrisse su Potenza molte cose interessanti, ma manifestò anche ed in modo ambiguo dei dubbi sulla veridicità di un fatto storico che si sarebbe svolto a Potenza nel 1149. Ma si sarebbe svolto o si svolse? Lenormant su questo punto si sbagliava. Il fatto di cui sto per parlarvi si svolse effettivamente. Lenormant era stato preceduto da Emmanuele Viggiano che, però, non citò alcuna fonte storica per cui dopo i malcelati dubbi di Lenormant si sarebbe potuto anche pensare ad un parto della fantasia popolare. Ed, invece, non fu così. Ma parliamo del fatto storico, che, lo ripeto, si verificò realmente. La vicenda di cui sto per parlarvi altro non è se non l’epilogo finale, la coda, della sfortunata Seconda Crociata bandita nel 1147. Ci arrivo subito. Prima vorrei tracciare un ritratto storico, seppur molto succinto, dei due sovrani che fecero scoccare la scintilla della Seconda Crociata; Luigi VII, Re di Francia, o, meglio, dei Franchi, uomo pio, molto morigerato, sicuramente non vocato a grandi impegni di Stato e ancor meno vocato a conquiste militari, e la sua consorte Eleonora d’Aquitania. Questa seconda figura è quella decisamente più interessante. Eleonora d’Aquitania fu una delle donne più importanti del Medioevo europeo. Prima fu Regina di Francia in virtù del matrimonio con Luigi VII e, successivamente, dopo il divorzio da Luigi VII detto il Giovane, fu anche Regina di Inghilterra a seguito del suo secondo matrimonio con Enrico II Plantageneto, da cui ebbe Riccardo detto Cuor di Leone. Fu una donna intelligente e colta, molto bella ed indipendente e fu celebrata dai poeti. Sprizzava esuberanza, passione ed erotismo da tutti i pori e scandalizzò la corte francese per la sua condotta libera e spregiudicata. Durante il periodo della Seconda Crociata in Terra Santa fu fortemente sospettata di coltivare una relazione sessuale proibita ed incestuosa con lo zio, Raimondo di Poitiers. Scelse i propri amanti, si scontrò con i propri mariti e ordì congiure per difendere il proprio potere. Convinse il marito, Re di Francia, a partecipare alla Seconda Crociata, che ebbe un esito, sia per colpa di lei che per colpa di lui, disastroso. Ad un certo punto le cose per i Crociati e per i sovrani francesi si misero talmente male che i sovrani francesi decisero un precipitoso ritorno in Francia. Decisero di intraprendere il viaggio di ritorno in modo separato. Anche qui le cose andarono abbastanza male. I sovrani di Francia incapparono in un attacco dei bizantini. Furono liberati da re Ruggero di Sicilia, il Normanno, e, sempre separatamente, se ne stettero un mese, l’uno in Calabria e l’altra a Palermo. Dal loro ritorno dalla Terra Santa i due reali non si erano ancora visti. Ci pensò a farli ritrovare proprio re Ruggero il Normanno. Il Re di Sicilia decise che si dovessero riunire a Potenza, evidentemente a quel tempo ritenuta una città degna di ospitare queste due importantissime figure dell’Europa medioevale. Era il mese di agosto dell’Annus Domini 1149. A distanza di quasi nove secoli non è dato ancora di sapere perché re Ruggero II d’Altavilla detto il Normanno, il fondatore dello Stato meridionale, stabilì che i sovrani di Francia, a cui teneva molto, dovessero ritrovarsi proprio a Potenza. In quegli anni non c’erano ragioni militari che lasciavano preferire Potenza. Quelle ragioni erano venute meno con la sostanziale sconfitta di Papa Innocenzo II e dell’Imperatore del Sacro Romano Impero, Lotario II di Supplimburgo proprio nella storica contesa con Ruggero II. Il motivo a favore di Potenza poteva essere la posizione strategica della città nei confronti dell’esercito di Papa Innocenzo II e dell’Imperatore, ma nel 1149 ogni contesa era già abbondantemente terminata. Il braccio di ferro politico-militare del Papa e dell’Imperatore contro Ruggero II datava 1137. Infatti, nel 1137 Papa ed Imperatore trascorsero a Potenza un intero mese. Lo storico Emmanuele Viggiano ebbe a scrivere su questi importanti fatti storici svoltisi a Potenza nel 1100:
“Ed in così breve intervallo di tempo (1137-1149 n.n.) ebbero presso di loro i Potentini i primi personaggi d’Europa”, cioè tre re, un Papa ed un Imperatore del Sacro Romano Impero.
Ma se il motivo per riunire a Potenza Re Luigi VII di Francia e la regina Eleonora d’Aquitania, nonché lo stesso re Ruggero II, non era di tipo militare, allora quale poteva essere? Non ne resta che uno; Potenza a metà del 1100 era più importante di quanto oggi possiamo pensare. Quel fatto poteva accadere solo in una città di una certa importanza (non solo circondariale o regionale) anche per l’epoca medioevale. Solo in una città che poteva contare su certi edifici. A questo punto lascio la parola al noto storico francese Pierre Aubé, Docente di Storia Medioevale all’Università di Rouen (regione francese della Normandia):
” Solo il 18 agosto, a Potenza, dove Ruggero II lo riceve fastosamente a corte, il re di Francia apprende che Eleonora è sana e salva. Per un mese non hanno saputo niente l’uno dell’altra. La regina di Francia rivede il marito qualche giorno dopo nella bella città della Basilicata. L’accoglienza del re di Sicilia è sontuosa. Offre a Luigi VII alcuni dei più bei cavalli della sua scuderia e lo colma di altri doni, anche per la prontezza del sovrano francese a riconoscere nel suo ospite un vero re. Luigi ricambia imponendogli la corona. Ruggero si aspetta di più? Così pare. Possiamo solo immaginare le pressioni subite da Luigi VII nei pochi giorni passati a Potenza. Di sicuro gli è stata offerta una alleanza contro Bisanzio”.
“Nella medesima Potenza Eleonora riceve dall’Oriente notizie luttuose. Suo zio, Raimondo di Poitiers, principe d’Antiochia, che si era gettato in soccorso delle sue fortezze di Harim e Inab, è morto il 29 giugno in battaglia”.
Il prof. Aubé non è l’unico storico che certifica quei fatti prestigiosi per l’attuale capitale della Basilicata. Ne parla anche Liliane Juillerat (Eleonora d’Aquitania e la Sicilia | www.palermoviva.it).
Un altro grande specialista del periodo normanno, il prof. Carlrichard Bruhl ne parla in un volume basilare per le fonti di quel periodo medioevale.
In Diplomi e cancelleria di Ruggero II (Palermo, 1983) viene ribadita (pag. 103) la fondatezza storica del soggiorno di tre giorni a Potenza, nell’agosto dell’A.D. 1149, di queste due grandi figure, due tra le più importanti figure europee di quel tempo (il XII secolo, il 1100). La Storia, anzi la grande Storia, ha sempre bisogno però di aggiungere nuovi dettagli, anche se sembrano piccoli, man mano che si riesce ad andare più a fondo nei fatti di molti secoli passati, tenendo sempre in conto il fatto che, anche quando le fonti dirette esistono, trovarle è sempre una impresa molto difficile. C’è sempre bisogno di tornarci sopra per aggiungere dei particolari interessanti che emergono man mano con le ricerche. Al termine di quel soggiorno, re Ruggero II il Normanno inviò da Potenza una lettera. A chi era indirizzata la lettera di re Ruggero II? Era indirizzata ad un’altra figura eccezionale della storia europea di quel secolo; l’abate Sigeri o, per meglio dire, l’abate Sugerio detto anche l’abate di Saint Denis. Sugerio era un sacco di cose. Era l’abate della cattedrale di Saint Denis, da cui nacque il culto della monarchia francese, ed era stato, durante il periodo della seconda Crociata, il Reggente di Francia al posto di re Luigi VII. Ma c’è un particolare ancor più strabiliante su questa figura. Sugerio, abate di Saint Denis, fu l’inventore dello stile gotico che spadroneggiò in tutta l’Europa fino all’avvento del Rinascimento. Già solo per questa creatività artistica meriterebbe un posto tra i grandi della Storia universale. Torniamo alla lettera spedita da Potenza da re Ruggero II all’abate parigino Sugerio.
“Carissimo amico suo, salutem et dilectionem. Amicorum est, ut alter alterius congratuletur serenitati, unde dilectioni vestre significari dignum duximus nos gratia Dei sanos et incolumes esse”.
Re Ruggero scrive all’abate di Saint Denis, Sugerio e gli chiede notizie sulla sua salute e lo informa della propria:
“Al suo più caro amico, salute e amore. È dovere degli amici che uno si congratuli con l’altro per la sua serenità, e quindi abbiamo ritenuto degno di essere segnalato al tuo amore che siamo sani e salvi per grazia di Dio”.
Quel siamo ‘sani e salvi’ scritto quando re Ruggero si trova in quei giorni d’agosto a Potenza potrebbe anche essere inteso nel seguente modo; caro Abate Sugerio, ti informo che sia io che la regina ed il re di Francia siamo in buona salute. In altri termini, gli dà notizia che i sovrani di Francia sono riusciti a scampare all’attacco bizantino (oltre alle peripezie causate dai musulmani nella Crociata in Terra Santa). La breve lettera compare (traduzione nostra n.n.) al documento n. 77 in “Rogeris II, Regis diplomata latina”, 1987, Wien.
PINO A. QUARTANA
Nella illustrazione; Luigi VII di Francia e la regina Eleonora d’Aquitania ritratti in una stampa medioevale.