POTENZA 2019: IL RICCIO RITROVATO

 

Come i lettori di ‘Potentia Review’ dovrebbero ormai ben sapere, il 2019 appena iniziato, sarà anche l’anno in cui una serie di eventi, e precisamente quelli legati ai 900 anni della morte di San Gerardo, quelli connessi al festeggiamento del Centenario della fondazione del Potenza calcio e quelli relativi alla celebrazione del primo secolo dalla morte del grande musicista lirico Ruggero Leoncavallo (che a Potenza ha lasciato tracce molto importanti della sua grande opera spesa per la musica lirica), esalterà, nel senso migliore del termine, cioè con lo stile tipico dei potentini, serio, sobrio, compassato, e non da plebe ubriaca, l’identità e la storia di Potenza, essendo finalmente venuto il momento di considerare nel suo giusto valore il grande profilo storico-culturale della città capoluogo di regione. All’interno del primo comparto di eventi e celebrazioni, quelli che rientrano nelle celebrazioni per i 900 anni dalla morte di San Gerardo, POTENZA 2019 propone un evento molto particolare uscito dalla appassionata mente di Enzo Fierro, l’attivissimo Presidente del movimento civico “We love Potenza”. Se ne è parlato lo scorso giovedì 24 gennaio nel corso della presentazione ufficiale tenutasi al Teatro F. Stabile. L’evento ideato da Fierro si chiama “Il Riccio ritrovato – Gerardo La Porta il Santo condottieri di anime”. Come già detto, l’iniziativa rientra nel programma delle celebrazioni dell’Anno Gerardiano a 900 anni della morte di San Gerardo la Porta, celebrazioni volute dalla Diocesi di Potenza e dal Comune di Potenza. E’ stato quindi presentato il grande evento da realizzare sul Basento che i proponenti candidano come grande attrattore culturale e turistico della città. Un evento che canta la vita e le opere di San Gerardo della Porta ma anche quella dei Martiri della storia e della città. Ci sia consentita una precisazione. I proponenti si riferiscono sicuramente al Martirio dei fedeli africani dei primi anni del Cristianesimo e quindi ad Aronzio ed ai suoi fratelli ‘giustiziati’ dai Romani a Potenza proprio sulle rive del fiume Basento, che sarà lo scenario del “Riccio Ritrovato”. Ci corre l’obbligo di chiarire che le leggenda, sebbene molte fonti ne parlino, non è stata comprovata storicamente, non con esattezza scientifica indiscutibile. Nonostante ciò, questa leggenda è entrata nell’immaginario collettivo dei potentini da secoli e secoli e vi è rimasta. A ciò, bisogna aggiungere che il “Riccio ritrovato” si propone come una leggenda pop per cui in una leggenda pop le storie dei martiri cristiani africani messi a morte dal governatore romano della provincia, Valeriano, possono starci benissimo.

Attraverso l’utilizzo dei linguaggi drammaturgico-narrativi, musiche e danze, il “Riccio ritrovato” trasmetterà le emozioni che si vivranno lungo il Basento, donando un’esperienza di immersione totale in cui lo spettacolo diviene scintilla, per innescare un processo di profonda conoscenza e devozione che va al di là dell’evento stesso.

Con questa iniziativa, il Parco Fluviale del Basento diventerà un sito turistico strategico per la città poiché, accanto alle potenzialità naturalistiche dell’area ed alla forte simbologia dell’Acqua come fonte di vita e di purezza, introdurrà una offerta di fruizione culturale di alto profilo che, dalla scoperta storica dei luoghi, passando per i ponti antichi e moderni, accrescerà il valore complessivo del Basento come luogo originale e caratterizzante la città di Potenza. Ma cos’è il Riccio? Perché questo titolo dato all’evento? Innanzitutto, non si tratta del simpatico animaletto, ma della parte arrotolata (a mò di riccio, per l’appunto) di un bastone pastorale in dotazione dei vescovi. Il Riccio in questione appartiene alla Basilica Cattedrale di San Gerardo a Potenza. O meglio; apparteneva. La cosa importante è che è databile, in quanto al di sotto della statuina del Padre Eterno benedicente nella Cattedrale di Potenza è impressa la dicitura “Antonius Episcopus Potentiae”. Come si sa dal Rendina, il vescovo domenicano Antonio, alla metà del 1400, donò al Duomo un calice ed un bastone pastorale in argento e avorio di manifattura tardo-angioina. Sappiamo che di questa scuola orafa abbiamo al mondo solo altri due esemplari oltre a quello di Potenza; il bastone di Benevento e quello di Reggio Calabria, che sono completi anche di nodo, ovvero di attacco tra riccio e bastone vero e proprio. La bellezza di questo manufatto è fuori dubbio e inoltre si tratta di uno degli oggetti più antichi che provengono dalla città di Potenza. Purtroppo, però questo riccio pastorale è scomparso durante la prima guerra mondiale per riapparire in musei scozzesi e londinesi qualche anno dopo. Alla fine, prese il volo anche dai musei britannici e quindi fu acquistato dalla fondazione Getty’s di New York, che lo regalò al Metropolitan Museum di New York, dove si trova tuttora (è visibile anche dal sito internet di questo museo alla voce: Potenza). La diocesi di Potenza già da qualche anno ha chiesto ai carabinieri di verificare se l’acquisizione del Museo di NY sia stata legittima oppure no. Sembra, però, che non lo sia stata perché i musei britannici non hanno trovato nei loro archivi nessun documento di acquisto o di donazione del manufatto. Saputo ciò, il vescovado potentino ha cominciato le difficili e lunghissime pratiche per far ritornare il riccio pastorale, che comunemente veniva chiamato “il bastone di san Gerardo” (confondendo forse il nome della chiesa con il santo), a Potenza. Nella speranza che il patrimonio culturale di Potenza possa arricchirsi ulteriormente con il recupero di questo oggetto di grande valore artistico e di grande valore storico-religioso, lo spettacolo ‘pop’ ‘Il Riccio ritrovato’ sarà anche un ulteriore fattore di risveglio della coscienza identitaria potentina e, chissà, anche una spinta ulteriore per far sì che, dopo un secolo, il Riccio torni a casa sua.

 

Potentia Review

 

Nella foto; il ‘riccio’ del bastone pastorale ritrovato al Metropolitan Museum di New York.

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