Il centro storico è la rappresentazione simbolica ed il cuore urbanistico di ogni città. La sua essenza riferisce della cultura che ha investito la città nei secoli: sia quando sono lasciati intatti i segni che hanno caratterizzato i passi dello sviluppo storico della città, che quando questi vengano eliminati ( non foss’ altro che la loro assenza porta a pensare e capire i motivi per cui non ci sono più). In ragione di questa sua testimonianza, il centro storico, è solitamente concepito come il riferimento centrale a cui si guarda per disegnare i piani urbanistici.
Da una quasi ventina d’anni ormai, a Potenza, sta verificandosi un dato di tendenza che vede la città estendersi, in modo pressoché disorganico, verso la periferia, senza una logica di sistema, che in qualche modo abbia fatto da criterio direttivo per lo sviluppo urbanistico.
Sono sorti molti complessi edilizi, in questi venti anni, che però non trovano di certo una giustificazione demografica, visto il decremento della popolazione residente ( il dato di decremento poi sarebbe maggiore se si considerassero i residenti effettivi) nello stesso periodo. Tutte queste costruzioni sono sorte o in quartieri periferici già esistenti o, hanno costituito nuove zone cittadine a scapito di aree verdi della città.
Concomitante a tal fenomeno si è verificato un progressivo svuotamento del centro storico, sia in ore diurne che notturne, salvo nelle serate dei fine settimana, in cui la clemenza meteorologica permette lo star fuori.
Legittimamente potrebbe ipotizzarsi una concomitanza di cause che abbiano portato a questo svuotamento del centro storico: dall’espansione della città verso la periferia, che ha portato con sé la nascita di svariate attività commerciali ( soprattutto quelle in larga scala) all’ insufficienza di parcheggi in zone prossime al centro ed agli scarsi servizi di trasporto pubblico verso quest’ ultimo, senza sottovalutare il disinteresse delle amministrazioni comunali a produrre provvedimenti che in qualche misura incentivassero ed agevolassero la frequentazione del centro storico.
L’intersecarsi di queste cause , con l’aggravarsi della crisi economica, ha desertificato il centro storico, con un numero cospicuo di attività commerciali che, negli ultimi anni, hanno cessato il proprio corso vitale.
La critica che notoriamente viene fatta ai potentini (per la verità, anche in questa sede ci si è spesso collegati a questa scia critica), è quella di essere una cittadinanza passiva, che subisce gli eventi, senza minimamente dar voce al dissenso per scelte prese dalle amministrazioni, spesso senza una gran trasparenza, salvo qualche volta quando qualcuno si è lamentato perché certe scelte hanno o avrebbero limitato il suo spazio privato d’azione. Dunque, si potrebbe, con un filo di cinismo, concludere che se i potentini sono pigri ed indolenti per quanto riguarda la cosa pubblica e se il centro storico rappresenta l’anima di una città, Potenza merita questa desertificazione del suo centro storico, in quanto perfetta e coerente testimonianza dell’assenza di una sensibilità civica. Invece tale sillogismo è stato pienamente smentito da un esperimento che Potentiareview ha messo in atto.
Abbiamo chiesto a vari soggetti interessati alla “salute” del centro storico, quale potrebbe essere la soluzione al problema dell’abbandono del centro cittadino e siamo rimasti lietamente stupiti dalla chiarezza d’idee che i nostri interlocutori hanno mostrato. Ben lontani dalla figura di cittadini passivi e lamentosi, ognuno degli intervistati ha delineato un quadro d’idee preciso e soprattutto basato sulla conoscenza di certe problematiche.
Intervistando commercianti e residenti del centro storico, abbiamo ottenuto un concerto d’ idee , che potrebbe benissimo essere presentato all’amministrazione comunale come un’ ipotesi di piano urbanistico per il centro.
Una ipotesi su cui si è molto insistito è stata quella di estendere la pedonalizzazione a certi segmenti del centro storico, in modo da rendere fruibile appieno le zone più caratteristiche, aumentando e completando circolarmente il senso della spazialità del centro, senza togliere parcheggi, né danneggiando il sistema viario cittadino.
Questa idea centrale, è stata poi corredata da spunti per un recupero funzionale del centro. Si è parlato del ripristino di immobili pubblici dismessi, per ospitare servizi amministrativi di ogni genere: da quelli comunali a quelli universitari; puntare quindi ad uno sgravio del costo del parcheggio per tutti quelli che lavorano in centro e potenziare il trasporto pubblico verso il centro storico, cercando di contenerne i costi tramite politiche di prezzo oculate.
Dunque, altro che una cittadinanza assente; si sono presentati a noi spiragli di progettualità, che, magari hanno un solo deficit, cioè quello di non avere un punto coagulante che raccolga questi spunti e li ponga all’attenzione dell’amministrazione comunale.
Questo punto di coagulo potrebbe essere un forum in cui discutere dei problemi cittadini ed in cui cercare soluzioni da presentare come istanze alla giunta comunale. Chissà se proprio Potentiareview può essere lo spazio d’incontro per progettare Potenza.
GIUSEPPE ONORATI