UN PONTE DA ATTREZZARE

Un po’ di tempo fa, alcune persone mi chiesero che fine avesse fatto il progetto presentato al Comune di Potenza nel 2010 riguardante l’intervento di miglioramento funzionale del collegamento meccanizzato Montecocuzzo-Portasalza, meglio noto come Ponte Attrezzato. A quel tempo, collaborai come progettista virtuale 3D (la mia professione, da sempre) con l’arch. Antonio Maroscia, che, in qualità di consulente architettonico ne curò il progetto con grande passione e competenza; fin nei minimi dettagli. Il progetto, lungo e laborioso, prevedeva tutta una serie di accorgimenti, molti dei quali, andavano innanzitutto a risolvere le vecchie “diatribe“ nate dalle innumerevoli polemiche sulla fruibilità del ponte e dalla percorribilità dello stesso. Uscire dal primo tratto al chiuso di via Tammone, attraversare il tratto “aperto” sulla fondovalle, per poi risalire ancora, con l’ultimo, di nuovo al chiuso fino a Portasalza, francamente creava alcuni problemi. Il cosiddetto effetto “risucchio” di aria fredda, il vento, la pioggia e la formazione di ghiaccio in inverno portava, e porta ancor oggi, disagi a tutte le utenze. Mi sembra doveroso precisare, come tutti ormai sanno, che questo percorso, per le sue caratteristiche plano-altimetriche, dimensionali, per la lunghezza complessiva e per il numero di scale mobili, rappresenta un unicum architettonico e funzionale sulle azioni intraprese per la mobilità urbana, anche in relazione ad altri interventi similari in campo internazionale sul tema “risalire la città”.  La soluzione elaborata, dopo un’attenta analisi dimensionale e dopo un censimento di tutte le opere aggiuntive fatta a suo tempo per completare il percorso come lo vediamo oggi, portò, nel 2010, ad una prima proposta, che adempiva alle indicazioni espresse dall’Amministrazione Comunale. In primis, quelle di attribuire al “Ponte Attrezzato” anche altre funzioni, ritenute strategiche per incentivare questa tipologia di mobilità urbana. L’occasione di proteggere dalle condizioni atmosferiche avverse la percorrenza pedonale sul “ponte” con soluzioni tecnologiche definitive poteva e può rappresentare una opportunità per attrezzare uno spazio di particolari dimensioni ( 1850 mq.), in area polivalente per eventi stagionali riferiti a tematismi differenti, tali da ottimizzare non solo l’offerta di servizi non convenzionali, ma da incentivare una attiva partecipazione della comunità, favorendo incontri e scambi. L’intervento che si proponeva nel 2010 teneva conto delle caratteristiche architettoniche preesistenti nel manufatto, confermando le scelte progettuali originali e l’impatto dell’opera complessiva senza alterarne le valenze di pregio emergenti. La prima cosa che si pensò di inserire nel progetto fu il posizionamento nella parte alta dei vani del percorso, tra i pilastri e la trave di copertura in legno lamellare, di elementi frangisole, orientabili e comandati elettricamente a distanza. Questo tipo di soluzione consentiva con estrema facilità e velocità di avere il massimo beneficio solare e di aerazione nella stagione estiva e la massima protezione nella stagione invernale. Il sistema come quello degli stand, che vedremo in seguito, disegnava effetti di luce proiettati a terra sempre diversi; in tutto l’arco giornaliero. La parte successiva dell’intervento prevedeva il posizionamento di ben 52 stand espositivi, disposti sui due fronti longitudinali del ponte, adatti a qualsiasi tipo di manifestazione “ a tema”, a seconda del periodo. Mostre, attività culturali, esposizioni varie, mercatino natalizio etc. Dall’Amministrazione Comunale fu proposta anche l’idea di creare due stand permanenti. Il primo del Comune, come punto informazioni al cittadino, promozione turistica della città ed altro, il secondo, destinato alla regione Basilicata, con i medesimi scopi attuativi. Gli stand potevano essere chiusi con un sistema a serranda in telo trasparente meccanizzato elettricamente. Queste strutture removibili in qualsiasi momento, nel loro disegno reticolare e poligonale, come detto prima, creano attraverso un gioco di ombre, disegni particolari lungo il percorso. Possono essere coperte con teli trasparenti ed opachi ed hanno nella parte terminale una cuspide a “punta di diamante”. Essi sono dotati di uno speciale sistema led RGB, che la sera, retroillumina gli stessi e che consente costi di manutenzione molto contenuti. Anche quando gli stand, sono chiusi, il Ponte Attrezzato è totalmente attraversabile anche all’esterno della parte espositiva. Il termine “ponte”, ha sempre rappresentato nell’immaginario collettivo l’idea di aggregazione, di luogo di scambio ed incontro. La città di Potenza, vive la sua “verticalità” in maniera quasi unica rispetto ad altri centri e ad altre città italiane. Il cruccio di molti è sempre stato quello di conquistarne “morfologicamente” le sue quote nel miglior modo possibile. Il percorso meccanizzato Montecocuzzo-Portasalza, detto “Ponte Attrezzato”, è una occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Va completato, punto! Allora, oggi bisogna chiedersi se il progetto regolarmente depositato nel lontano 2010 avrà un seguito e se si andrà avanti per completarne l’opera. Io spero di sì, così come auspico che non finisca nel dimenticatoio o che non venga stracciato per far posto ad altri progetti, magari dell’ultimo minuto, senza arte né parte, progetti creati dallo “sbarbatello” di turno, con “aiutino”… Non lo credo, dato che l’Amministrazione Comunale è, in gran parte, dotata di persone serie e competenti. La struttura è unica nel suo genere, ma ha bisogno di accorgimenti e va dotata di strutture adeguate al suo completamento. Ma tutto questo è stato già previsto e progettato.

 

DOMENICO VIGGIANO

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