Prendendo spunto da quest’espressione che mi piace molto e che recita “il turismo è tutto e tutto è turismo”, se si vuole pensare, suggerire ed immaginare una seria programmazione di sviluppo territoriale, bisogna partire dal fatto che oggi, più che di turismo, si deve parlare dei tanti turismi possibili. In effetti, essendo il turismo una manifestazione culturale di consumo, è normale che, da diverso tempo, esso risenta di una pluralizzazione che, inevitabilmente, conduce ad una moltiplicazione e ad una differenziazione delle diverse fruizioni turistiche. Il turismo, se pensato bene, fatto bene ed attuato correttamente è certamente un volano economico di proporzioni gigantesche. Già oggi, in Italia, viaggi e turismo producono più reddito di agricoltura ed filiera della moda messe insieme. Immaginiamoci se si mettesse davvero a frutto tutta la ricchezza turistica che c’è in giro e che troppo spesso, come nel caso di Potenza, non viene riconosciuta né valorizzata! A tale proposito, quanti turismi conosciamo e che tipo di turismo si potrebbe fare e attraverso quali strategie di pianificazione pensando, per esempio, a Potenza o ai suoi territori immediatamente limitrofi? Senza ombra di dubbio, grazie alla posizione geografica baricentrica e alla geomorfologia del territorio, proprio per quanto riguarda il nostro capoluogo di Regione e i suoi dintorni, si potrebbero realizzare esattamente tutti i tipi di turismi oggi conosciuti. Facendo un breve elenco dei turismi possibili, ecco quello che ne è uscito:
- sportivo; – congressuale; – d’affari; – della terza età; – scolastico; – religioso; – artistico/culturale/archeologico; – fotografico; – termale; – enogastronomico; – sensoriale; – sostenibile/ambientale; – cicloturismo; – camperismo; – motociclismo; – total relax (es. spa e centri benessere); – logistico.
Tutti questi tipi di turismo, compreso tutti gli altri non elencati qui, ovviamente possono essere ulteriormente raggruppati in altre sottocategorie: turismo per single; – turismo per famiglie; – turismo per coppie; – turismo per gruppi.
Dunque, considerando il singolo potenziale nonché il background storico-culturale e antropologico, tutti i comuni sarebbero in grado di soddisfare pienamente le esigenze e le richieste che verrebbero dalle varie categorie turistiche. A mio avviso, tre sono i pilastri chiave, con annesse domande, a cui il management di un turismo efficiente deve oggi saper rispondere, e che dovrebbero essere alla base di una puntuale e programmata azione turistica, possibilmente sviluppata e pensata in sinergia tra Comuni e Comunità affini e contigue o, comunque, legate da fattori comuni:
- A quali paesi e a quali tipologie di utenti ci si vuole rivolgere, con quali risorse e con quali strumenti promozionali?
- Si vuole puntare sul numero di turisti in arrivo (presenze) o sulle loro permanenze (durata del soggiorno)?
- In quali aree del territorio e in quali periodo dell’anno si intende elaborare tale programmazione?
Secondo la mia attuale visione, la costituzione di reti (network) è la strategia per eccellenza da attuare. Il punto di partenza è l’unione. In carenza cronica di investimenti la via d’uscita va cercata in un turismo di tipo comprensoriale e collaborativo, dove il ruolo fondamentale è quello dei sindaci, che, consorziandosi, dovrebbero creare una struttura che funzioni come un grande assessorato al turismo all’interno del quale si andrebbero a delineare le figure competenti in ogni settore specifico. E’ però fondamentale concentrarsi su alcune tipologie di turismo. Non sarebbe corretto proporre tutto rischiando di non fare bene niente! Individuare figure di riferimento da poter “sfruttare” nel campo delle loro competenze è un passaggio fondamentale: solo gli esperti hanno le capacità necessarie per portare avanti la rivalutazione del territorio. Per questo il gruppo di politici ed esperti che lavorerà per far ripartire il turismo dovrà a sua volta essere suddiviso in sottogruppi, ognuno con le proprie peculiarità. Ci si potrà anche avvalere del supporto fornito dalle associazioni specialistiche territoriali presenti quali Confcommercio, CCIAA, Federalberghi, guide turistiche ed altri in cui spiccano persone competenti nell’ambito turistico al fine di costituire diversi gruppi di lavoro per i diversi tipi di turismo. Tutto ciò potrà esser portato a compimento solo attraverso una forte azione di promozione e programmazione. E’ necessario creare un sistema che ottimizzi le risorse e le concentri sull’area. Ogni manifestazione che si dovesse svolgere all’interno dell’area dovrà avere l’eco più ampia possibile (web marketing). Programmare accuratamente, invece, servirà ad evitare le classiche sovrapposizioni di eventi che dividono pochi turisti in tanti comuni e che puntualmente, invece, si verificano. Finalmente è arrivato il tempo in cui bisogna smetterla di ragionare a compartimenti stagni, ognuno per il proprio singolo comune lasciando spazio ad uno sforzo comune attraverso il quale le peculiarità di ogni città e di ogni borgo, non vengono azzerate né dimenticate, bensì concorrono ad una valorizzazione, essendo promosse in un insieme di eccellenze.
KATIA LACERRA
Molto interessante. C’è però da fare i conti con una situazione infrastrutturale tragica….. forse il vero problema per una pianificazione “turistica”