UN VERO PATTO PER LA LUCANIA

Quindici giorni fa, il presidente del Consiglio dei ministri Renzi, con il Presidente della Giunta Regionale di Basilicata, Marcello Pittella, ha stipulato presso il teatro Duni di Matera, un accordo per finanziare dei progetti di sviluppo su vari fronti nella regione lucana. Il patto dal titolo “ Patto per la Basilicata”, s’inscrive in un più ampio impegno, da parte del governo, per il Mezzogiorno del Paese, e prevede lo stanziamento di fondi per investimenti strutturali a favore dello sviluppo della zona più debole d’ Italia.

Il Governo si è impegnato ad erogare circa 4 miliardi di euro alla Regione Basilicata, spalmati in due bienni che, come ha puntualizzato il presidente Pittella, serviranno a finanziare  investimenti in infrastrutture, ambiente e territorio, nel turismo e nella cultura.

Facendo anche salva la buona fede di Governo e Regione ed aspettando maggiori dettagli informativi in merito al progetto, la genericità di questo accordo di programma, fa nascere il sospetto che possa essere l’ennesima dichiarazione d’intenti che poi termina, nel migliore dei casi, in una conservazione dello status quo (fatto di clientele strutturali), con, al massimo, una piccola frazione di spesa, rispetto alla somma complessiva elargita da Roma; un qualcosa che, di sicuro, non servirebbe a creare settori di sviluppo produttivo ed occupazionale ex novo.

Tale sospetto nasce dalla considerazione della storia del governo della Basilicata, soprattutto di questi ultimi vent’anni (ma si potrebbe andare anche più a ritroso, sebbene, guardando ad alcuni decenni precedenti, si riesca a scovare almeno qualche sprazzo di virtù della politica regionale), in cui tanti programmi decantati, soprattutto in forza dei trasferimenti erogati dalla  UE per raggiungere obiettivi di riduzione delle differenze di sviluppo fra le zone dell’Unione, sono stati puntualmente disattesi; dai fondi investiti nella formazione professionale senza sbocco, fino al paradosso di rimandare soldi a Bruxelles perché non si sapeva come spenderli, mentre dissesti idrogeologici territoriali, problemi infrastrutturali inerenti strade e ferrovie,  catastrofi abbattutesi su interi comparti agricoli e soprattutto una crescente disoccupazione giovanile ( e non) richiedevano una mole di investimenti e di progetti ben pensati.

Partendo da queste premesse, l’Osservatorio politico di Potenza, ‘Brazil’, ha avanzato un’interessante proposta. Il nucleo problematico, per i componenti dell’Osservatorio, è fondamentalmente la mancanza di un’idea di sviluppo precisa per la regione; mancanza di visione di un modello sulle cui direttrici improntare una politica economica di sviluppo. Certamente, il dolo da parte delle classi dirigenti regionali vi è stato nel perpetuare un sistema clientelare strutturale, ma è altrettanto importante rilevare come non ci sia mai stata una proposta di modello alternativo, una proposta che,  quanto meno  vincolasse l’Ente Regione a confrontarsi su un terreno di visioni diverse.

In virtù di questo discorso, l’Osservatorio potentino ‘Brazil’ prospetta come punto di partenza un confronto fra tutti i partiti dell’arco costituzionale lucano, la classe intellettuale regionale, soprattutto i docenti universitari, e, comunque, fra tutti i cittadini interessati alla prospettiva di un modello di sviluppo da offrire e proporre come riferimento alla politica regionale. Più precisamente,  da questa associazione viene prospettata la necessità di un convegno che discuta di alcune tesi portanti ed inerenti al tema dello sviluppo regionale, da cui esca fuori un impegno morale e politico in senso ampio che la classe politica regionale dovrebbe assumere pubblicamente dinanzi all’opinione pubblica in merito a delle precise linee  su cui lavorare negli anni . Secondo l’idea dell’Osservatorio, tutto ciò potrebbe fungere da primo atto di un vero e proprio patto con cui la classe politica lucana s’impegnerebbe esplicitamente con la comunità regionale a dare certi indirizzi all’azione politica in modo tale che, quanto meno, le scelte da adottare non siano,poi, in contraddizione con gli impegni precedentemente assunti e pattuiti con le espressioni più significative della società lucana.

GIUSEPPE ONORATI

Lascia un commento