Potenza, voglio dire ovviamente, la città di Potenza versa da qualche anno in uno stato di crisi che nessuno può ignorare. I segni della crisi sono sotto gli occhi di tutti, ad esempio, la poca cura del verde, le strade sporche, ma non si tratta solo di questioni di cattiva amministrazione e non si tratta nemmeno solo di effetti della recrudescenza di una crisi economica che ha investito l’Europa e l’Italia e, quindi, a maggior ragione, le città del Sud Italia come Potenza. Nel caso di Potenza c’è dell’altro, c’è qualcosa di più e di più specifico. Si sono aggiunti fattori di crisi del tutto specifici che andremo sempre più, e sempre più profondamente, ad indagare. Pensando, invece, ai rimedi, al modo di invertire la parabola discendente della nostra città, le soluzioni non sono facili da individuare, ma siamo sempre più convinti che, essendo la crisi potentina una crisi specificamente morale e spirituale e, quindi, in fin dei conti, anche culturale la prima cosa da fare per innescare una reazione virtuosa, una reazione in grado di contribuire fortemente alla inversione del ciclo negativo, è quella di curare il male morale, spirituale e culturale della città e dei suoi cittadini; dei cittadini che vi risiedono, in primis, ma anche di quelli non più residenti, di quelli che, pur vivendo, come il sottoscritto, fuori da Potenza da diversi anni, continuano a portarla nel cuore. Sollecitato già nei mesi scorsi da alcuni amici a fare qualcosa che possa contribuire a mettere uno ‘stop’ alla crisi ed alla parabola discendente di Potenza, ho riflettuto per un po’ di tempo circa il tipo di contributo, fra quelli rientranti nelle mie possibilità, che potesse risultare come il più importante ai fini di un processo globale di ripresa della città. Sono arrivato, siamo arrivati con i miei amici, alla conclusione che tra le non poche cose di cui Potenza ha bisogno per risollevarsi dall’attuale stato di prostrazione c’è quella di dare vita ad un magazine, ad una rivista culturale di tipo assolutamente nuovo, in grado di dare una immagine ‘alta’ della città e così, alla fin fine, ha preso corpo in modo sempre più preciso la decisione di far nascere POTENTIA REVIEW. Perché questo nome? Da un lato, è importante che Potenza riscopra le sue origini antichissime e nobili, il suo passato antico, ed ecco che ci portiamo indietro di più di due millenni e troviamo il suo antico nome latino; Potentia espresso in quella che era la lingua universale del passato remoto, il latino. Dall’altro lato, dobbiamo guardare al presente e ancor più al futuro perché una città storica d’Italia, il Paese delle Cento città (e Potenza è una di queste cento), non si deve mai fermare alla rimembranza dei bei tempi o dei bei decenni o secoli che furono, ma deve sempre reinvestire su se stessa, programmando il proprio futuro ed allora quale migliore modo di indicare un impegno culturale permanente, se non quello di ricorrere all’inglese, la lingua universale del presente e del futuro, la lingua che allude ad una identità aperta e mai regressivamente curvata su se stessa? Così configurato, il progetto di POTENTIA REVIEW, progetto culturale e, conseguentemente, editoriale e giornalistico, progetto che andrà oltre la sua espressione editoriale, mi è piaciuto fin dal primo momento in cui ha preso forma. Mi è piaciuto a tal punto che ho deciso di guidarlo e di riprendere a dedicarmi anche alle cose della mia città, nella quale non risiedo più da ben ventisei anni. Non è che con ciò smetterò le mie abituali occupazioni o i miei impegni stabili di sempre, questo assolutamente no, ma troverò il tempo per portare avanti, insieme al gruppo che mi affianca in questa impresa, anche la rivista (o il magazine). Non sono stato spinto ad accettare questo impegno e a tornare ad occuparmi di cose locali a causa di interessi materiali personali o particolari. Niente di tutto ciò. Non ne ho più da anni né a Potenza, né in Lucania. Ciò che mi muove, ciò che ci muove è essenzialmente un interesse spirituale, psicologico, culturale, un moto interiore che origina, da un lato, dall’amore per una città sfruttata, abbandonata e tradita, la nostra città, e, dall’altro, da un forte sentimento di indignazione per il gioco al massacro che, nel corso degli ultimi anni, si sta conducendo, anche abbastanza provocatoriamente e temerariamente, nei confronti della città. Sparare contro Potenza, approfittando della scarsa informazione, dello stato di difficoltà della città e di altri fattori che approfondiremo man mano, è diventato uno sport diffuso a cui POTENTIA REVIEW porrà, o sicuramente cercherà di porre, uno ‘stop’ forte ed energico. Ma noi non ci limiteremo a combattere gli ormai tanti nemici esterni ed anche interni di Potenza. Cercheremo di fare di più; cercheremo di coagulare intorno alla rivista un gruppo intellettuale che sia di riferimento per tutta la città (operazione nuovissima, forse, mai tentata prima d’ora a Potenza), cercheremo di fungere da coscienza critica delle amministrazioni comunali e regionali circa le scelte concernenti il capoluogo e cercheremo, soprattutto, di formare anche una coscienza turistica della città, fornendo vari tipi di supporto agli operatori potentini dell’alberghiero e della ristorazione, i più immediati beneficiari della potenziale crescita turistica di una città, che, nella opinione di molti, non ha alcuna valenza turistica. Il magazine (la rivista) avrà una cadenza settimanale; sarà aggiornato ed arricchito di nuovi articoli ogni fine settimana. C’è un’altra caratteristica di POTENTIA REVIEW, di questo magazine culturale a periodicità settimanale, che non mancherà di balzare agli occhi degli osservatori e dei lettori. Si tratta in poche parole di questo: finora, tutti gli organi di stampa fondati a Potenza sono stati (compresi quelli che ho fondato io in passato, mi riferisco a Pocket ed a Lucania Finanza) tarati su uno spettro di azione regionale. In altre parole, a Potenza sono sempre stati fatti quotidiani e periodici, cartacei o online, che si sono fatti carico della rappresentanza di tutta la regione. Magari, finendo spesso, proprio per questo dovere di rappresentatività regionale, col trascurare le ragioni della identità e della rappresentatività cittadina. Il nostro magazine, da questo punto di vista, inaugura una ulteriore svolta: POTENTIA REVIEW parlerà moltissimo o quasi esclusivamente di Potenza, parlerà anche della Lucania, parlerà anche di cose nazionali ed internazionali, ma lo farà sempre e soltanto da un punto di vista esclusivamente potentino. Questa volta penseremo solo a Potenza. Da oggi, penseremo solo a Potenza; alla sua immagine, ai suoi interessi, alla sua crescita, al suo progresso. Qualche parola sulle numerose sezioni del magazine (per visualizzarle cliccare in alto a sinistra sul tasto Menu). Nella sezione ‘Potenza in primo piano’ ci occuperemo delle questioni amministrative, politiche ed economiche della città. Terremo d’occhio l’amministrazione comunale senza stare a vedere il suo colore politico del momento. La giudicheremo solo ed esclusivamente in base al bene della città. Il fatto che alcuni di noi siano già impegnati politicamente, nel senso consueto del concetto, non costituirà assolutamente un motivo di pregiudizio nei riguardi degli amministratori di turno. Ripeto e ripetiamo; giudicheremo solo in base alle scelte, promuoveremo solo quelle scelte che saranno in grado di fare più grande e più bella questa nostra città. Nelle sezioni ‘Potenza tra identità e storia’ e ‘Potenza bella, Potenza turistica’ saremo impegnati a svolgere il lavoro più prezioso, delicato e difficile di questo magazine culturale. Lì dovremo fare in modo di raggiungere diversi scopi; smentire il malevolo luogo comune (che sta avanzando in questi ultimi anni di pari passo con la crisi della città e di pari passo con una corale azione di discredito, se non proprio di diffamazione, a carico di Potenza e dei potentini) secondo cui Potenza sarebbe una città brutta (alcuni diffamatori esterni vanno ripetendo, sui social network ed altrove, una idiozia delirante, quella secondo cui Potenza sarebbe, udite, udite, addirittura, la città più brutta d’Europa), una città senza cultura, senza storia, senza identità, senza alcuna capacità di attrazione turistica (come ovvia conseguenza delle presunte e pretese gravissime lacune appena elencate). Di vero c’è solo che i diffamatori in servizio permanente effettivo di Potenza, ma anche moltissimi potentini, ignorano la storia della città ed il fatto puro e semplice che Potenza ha una sua storia ed un suo fascino. Di vero c’è anche che, almeno finora, Potenza non ha mai potuto contare su una sua specifica narrazione identitaria. Se POTENTIA REVIEW riuscirà finalmente a dargliela, il suo contributo alla città risulterà prezioso. Noi, ovviamente, contiamo di riuscirci; siamo qui proprio per questo. Con la sezione ‘Potenza letteraria’ daremo spazio a scrittori locali con storie ambientate a Potenza oppure recensiremo libri che abbiano un forte ed immediato interesse per la città capoluogo di regione. Con la sezione ‘Eventi’ informeremo il pubblico sugli eventi culturali promossi in città o che si svolgono in città. La sezione ‘Elzeviri’ sarà il luogo di interventi redazionali di tipo culturale, ma di taglio breve e leggero. Nella sezione ‘Regionando insieme’ ragioneremo, appunto, dei temi dello sviluppo regionale, come la questione del petrolio, ad esempio, questione che, anche sulla scia dell’inchiesta giudiziaria partita proprio dalla Procura della Repubblica di Potenza, sta tenendo banco da settimane sulle prime pagine di tutti i quotidiani ed organi di informazione nazionali. La sezione ‘Geopolitica lucana’ inaugurerà un nuovo genere di riflessione sulla Lucania, un genere che è assente dal discorso pubblico regionale. Lì parleremo di questioni geopolitiche interne e nazionali di cui ben presto i lucani ed i potentini dovranno accorgersi. In ‘Temi di cultura regionale’ cercheremo di capire di cosa sia fatta oggi, nel tempo di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, la cultura lucana, con un occhio rivolto al passato ed uno rivolto al futuro, che comprende la scadenza appena citata. Sarà, lo preannuncio, uno spazio anche di grandi polemiche storico-culturali in quanto ciò che accade in questa regione nel campo della cultura non ci piace per niente. In questa sezione, in modo particolare, guarderemo al panorama culturale regionale con occhi molto potentini, dando voce finalmente anche a questa nostra città, che sembra assente finanche dal dibattito culturale regionale degli ultimi anni. Nella sezione ‘Reprint’ ristamperemo, ripubblicheremo (come dice la parola in inglese) materiali culturali e giornalistici di un certo pregio già pubblicati in passato dai membri di questo gruppo redazionale, ma anche da autori esterni o non più viventi. Nella sezione ‘Cotti e mangiati’ parleremo sempre dei temi politici ed economici regionali, ma con un taglio leggero, con articoli brevi di rapido intervento. La sezione ‘Oltre la siepe’ è un’altra sfida. Ciò che si legge in giro sui lucani, ciò che si legge e scrive da parte dei lucani sembra incredibilmente dare l’idea che i lucani siano quasi incapaci di scrivere e di pensare ad altro che non siano i temi ed i problemi locali. Sembra che per i lucani, non solo per i potentini, ciò che accade oltre i confini municipali e regionali, ciò che accade oltre la nostra siepe appartenga ad un modo irraggiungibile, troppo complesso, troppo pauroso, troppo alto perché i lucani, ripiegati nel loro estremo localismo, possano osare dire qualcosa di serio. Una regola non scritta della lucanità sembra voler suggerire che i lucani non possono osare di occuparsi di questioni nazionali ed internazionali. Complessi atavici di inferiorità alimentano ancora oggi il confine immaginario di Eboli tracciato da Carlo Levi. Ebbene, almeno per quanto riguarda Potenza, il principale comune della regione, ed i potentini, noi cercheremo di abbattere anche questo luogo comune, questo ulteriore tabù invalidante. La sezione del magazine ‘Potenza Arts’ seguirà i vari ambienti artistici potentini (musica, teatro, pittura ed altro). Non mancherà neppure una sezione per dare la possibilità a chi voglia intervenire dal di fuori del nostro gruppo redazionale, magari sulla scia di uno spunto da noi offerto, di dire la propria. Di intervenire dall’esterno. Infine, la sezione ‘Dicono di Potenza’. Sarà molto interessante per noi potentini, ma anche per il resto della regione o per altre persone non lucane, sapere cosa si dice e si pensa della nostra città e di noi. Anche da questo punto di vista, si tratta di accostarsi, finalmente, alla realtà, alle varie realtà, senza il filtro di luoghi comuni e di frasi ripetute per sentito dire. Sarà molto interessante, ed in alcuni casi anche molto stimolante, sapere qual è l’immagine di Potenza e dei potentini che si ha in questa regione ma soprattutto in Italia e presso i non italiani.
Per chiudere, voglio ribadire un concetto che ho già toccato poc’anzi in questo stesso articolo di presentazione di ‘POTENTIA REVIEW’. Qui, non è in gioco la sorte di una rivista, che pure può avere la sua piccola o grande, in ogni caso, sempre relativa, importanza. Parlando in termini molto personali, non mi sono mobilitato per la rivista in quanto tale, per la rivista come scopo fine a se stesso. Faccio già troppe cose ed altre ancora potrei farne, anche senza occuparmi di questioni locali. Penso che questa volta, però, si tratti di qualcosa che assomiglia ad un dovere. Penso, pensiamo che questa volta sia diverso. Pensiamo che questa volta sia in gioco il futuro o il destino di una intera città. Della nostra città. Della nostra amata Potenza.
Pino A. Quartana